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Mare....

(scritto di getto dopo un sogno e inviato ad un'amica su ICQ che dice di sognare spesso la stessa cosa)

Scrivo anche se non capisco ancora bene il motivo. Già, forse perché parlandone, non hai poi il tempo per riflettere a quello che dici. Spesso allora, puoi cadere in facili contraddizioni o cattive interpretazioni.Una pagina bianca è la soluzione! Volevo ricordarmi una cosa che ho sognato stanotte e che è stata così forte da farmi pensare un pò.. ho sognato il mare. 

Lo vedo come liberazione, intesa come oggetto di fuga dallo stress, come soluzione alla fretta, alla discordia, al lavoro inappagante, al credere che sia tutto finito, all'assenza di piacere, quel piacere che deriva dalle piccole cose.Vorrei scrivere tante cose a riguardo, ma ho il terrore che tu, piccola pagina, possa pensare di avere un folle come interlocutore. Io invece, malato di mediocrità e assolutamente normale, ho imparato ad apprezzare il bello, non quello mediatico e caciarone delle tette e dei labbroni gonfi ma quello che abbiamo normalmente intorno e che, per fretta o per mancanza di opportunità, non riusciamo più a vedere. Vorrei che tutto si fermasse come in un film e che solo io potessi camminare in mezzo alla gente bloccata a raccogliere tutti i più piccoli particolari che non noto in un giorno normale. In questo turbine di pensieri mi viene in mente che forse è proprio colpa nostra se viviamo a questi ritmi. 

Dovremmo avere più tempo per pensare, per fermarci ad osservare, per sognare quello che vorremmo. Non so se tu hai mai provato a sederti ad osservare le persone che ti circondano, che ti passano davanti. Io, quando sono calmo e mi costringo a rallentare il "quotidiano", osservo tutto di loro e quelle facce mi raccontano tantissime cose; mi dicono se sono felici, l'estrazione sociale dalla quale provengono, l'agiatezza economica della quale godono, provo ad indovinare il loro lavoro, dove vanno, cosa fanno...in uno sorta di studio sulla fisiognomica...condita da supposizioni. Ma devo fermarmi per farlo.  Mi ricordo la descrizione che ne faceva Moravia in un suo libro credo fosse: "la villa del Venerdì". Lui chiaramente possedeva una sensibilità diversa da quella di un comune mortale come me, e lo descriveva in modo sublime, ne ammirava delle sfaccettature che io non ho mai colto...

Il mare.

Non è fine a se stesso..è l'armonia e l'equilibrio in costante affermazione, la dimostrazione che tutto ha origine da lì, che nella similitudine dei suoi colori ci sono milioni di sfumature e sono tutte diverse e tutte sono a dimostrare qualcosa.Mi ricordo il mio posto preferito. D'inverno, quando il cielo è stravolto dal vento e dai colori che lottano tra loro per emergere, tra i contrasti forti e l'acqua è come la cenere bagnata, avevo un posto meraviglioso, per scaricare il male che avevo addosso. Un molo che entrava nel mare di pochi metri, quei pochi che bastavano a far infrangere le onde con più fragore. Lontano dal paese, con le luci in lontananza e i rumori, piano piano inghiottiti dal lento e cadenzato rumore di acqua. I rivoli fra la sabbia della schiuma bianca, le bolle che scorrono sulla sabbia piatta e scoppiano incontrando piccole crepe..

La felicità nel vedere l'immenso, quell'immenso che comunque ti culla, ti sfiora e ti trattiene in un lungo e incantato respiro. Un respiro carico di umidità, la stessa che senti entrare nel sangue e che comunque ti riscalda con il suo profumo aspro e selvaggio. Il cielo che si infiamma di lampi in lontananza, le onde che provano a raggiungerlo con le loro spire, i turbini ed i gorghi fra le rocce che modellano mille ruscelli, l'azzurro che si confonde col nero, mentre il bianco degli squarci di luce non fa altro che esaltarne il contrasto e la durezza. 

Tu sei seduto lì e osservi.

Guardi questo incredibile movimento della natura e se sei calmo, solo se sei calmo, riesci a sentire un unico suono. L'incredibile è che in questo unico suono riesci a cogliere i particolari, riesci ad afferrare i pensieri, sai discernere il suono dell'onda di destra da quella di sinistra, percepisci lo schiudersi della schiuma sulla sabbia e tutto è così preciso, così netto che distingui ogni singolo particolare. Come un profondo conoscitore del jazz riesce, grazie allo studio ed all'esperienza, a percepire la differenza nei ritmi degli strumenti e l'alternare delle ritmiche nel difficile orchestrare di vocati strumentisti, tu riesci a fare lo stesso grazie alla calma. L'unico suono diventa una grande orchestra. E' incredibile perché invece di essere rilassato, hai aumentato le tue capacità recettive. Solo grazie al niente.Torno a casa e sento la pelle umida e appiccicosa, sono felice.....

Oggi, ogni volta che ci penso, un brivido mi percorre la schiena, e nella mia felicità da uomo del 21° secolo mi chiedo se quello che ho è o troppo poco o........ troppo.

Nella speranza di non averti annoiato..

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